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No, grazie

C’è un fenomeno a cui sto assistendo in questi giorni che mi inquieta.
Si tratta delle reazioni, feroci ed agguerrite, contro chi manifesta a favore dei migranti.
Sui social e per la strada, chiunque dica: “Restiamo umani”, “Apriamo i porti”, “Salviamoli” riceve insulti al grido di: “Portateli a casa tua”.
Per riflettere su questo fatto, tanto diffuso e problematico da rendere necessario più di un pensiero, occorrerebbe incominciare ad impostare meglio la questione.
Come si direbbe in questo tempo: “Di che cosa stiamo parlando?”.
Del disagio accumulatosi per anni dei cittadini costretti a subire politiche di accoglienza basate sugli interessi di potere e di denaro anziché centrate sui bisogni delle persone, oggi esplose al grido di “E’ finita la pacchia” e “Prima gli italiani” o delle morti in mare?
Stiamo parlando della necessità di organizzare il fenomeno migrazione al fine di costruire una buona e giusta integrazione o del fastidio che ci danno persone nere e povere che bussano alla nostra porta?
La questione è “occorre aiutarli a casa loro” oppure “ci sono persone di serie A e persone di serie B che meritano meno delle altre di essere salvate se in pericolo di morte e, sostanzialmente, di vivere?
È importante capire quale è il problema perché ci permetterebbe di comunicare cosa pensa ognuno di noi di ciò che sta SOTTO la drammatica vicenda che stiamo vivendo.
Sì, perché non tutti gli abitanti dei luoghi più esposti e più invasi la pensano allo stesso modo. Non tutti gli italiani, “penalizzati” da disaccordi europei, hanno la stessa opinione.
Non tutte le persone che hanno bisogni economici e sociali ritengono che prima degli africani c’è qualcun altro da aiutare.
Come dire, siamo TUTTI nella stessa barca (e la metafora grida vendetta), ma non tutti gridiamo “E’ finita la pacchia” o “Prima gli italiani”.
Perché?
Forse perché dipende dal concetto, che ognuno di noi ha, di umanità.
C’è chi pensa che esistano uomini e uomini e che, a seconda del colore della pelle o della provenienza, o dello stato di benessere economico, o della religione, o del genere a questo punto, si valga di più o si valga di meno.
E c’è chi non pensa questo.
C’è chi pensa che per potere ottenere una migliore politica organizzativa europea a proposito di accoglienza, valga la pena gridare, picchiare il pugno sul tavolo, irrigidire le posizioni, chiudere i porti e non importa se ci sono persone che muoiono perché ne vale la pena.
E chi non lo pensa.
Dire a chi esprime un’opinione contraria alla chiusura dei porti “Prendili tu a casa tua” significa, io credo, essere dell’opinione che i migranti NON devono venire in Italia e NON devono essere accolti.
A prescindere.
Perché questo?
Perché non si dice la stessa cosa di chi migra, ma è cinese o svizzero?
Forse perché non è nero e non è povero?
Allora, danno fastidio le persone che chiedono aiuto senza darti niente in cambio (in termini economici), non sono tollerate le persone che appaiono inferiori ancora oggi, per il colore della pelle e per i tratti somatici e non si vuole vicino a sé, come da sempre, chi non ha soldi e ne chiede.
Diciamoci questo.
Poniamo la questione apertamente in questi termini.
Perché chi crede che queste persone siano uguali a noi in termini di diritti, considerandole il prossimo tuo come sé stesso si sta esprimendo con gentilezza e con pudore, mentre chi accetta che muoiano come se non fossero uomini, donne e bambini al pari delle proprie sorelle, dei propri genitori e dei propri figli gridano e insultano?
Forse, è sempre stato così?
Che chi, evidentemente, esprime pensieri negativi e ingiusti, ha bisogno di gridare?
Forse, così come considerano loro, i migranti, esseri inferiori, pensano che lo siano anche le persone che non hanno la loro stessa opinione?
Voglio esprimere il mio: NO, GRAZIE.
Io NON voglio che ci siano morti per convincere l’Europa, io NON credo che valgano meno dei nostri parenti, io NON penso che ci debbano essere frontiere che uccidono e NON ritengo che qualcuno possa avere il diritto di non soccorrere.
No, grazie.
Senza pensare che l’opinione contraria abbia diritto di essere taciuta o soffocata.
Voglio capire, ascoltare, ma mettendo alla base alcuni principi irrinunciabili.
 
Salvare chi è in pericolo.
Permettere a tutti di cambiare in meglio la propria vita.
Credere che tutti gli uomini e le donne di questa terra abbiano gli stessi diritti.
Ritenere che il valore delle persone non dipenda da quanto denaro possiedono.
 
Confrontiamoci su questo.

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