APM_Prn3_30162931_020_4x6 Print(1)
Foto di Betty Lazzarotto

La ciambella blu

Cinque bambini corrono verso il mare.
Sono zingari.
Il più grande avrà nove, dieci anni, poi, a seguire, gli altri quattro, fino al più piccolo che, nudo, cerca di stare al passo.
Si divertono, sono un gruppo.
Nella pineta dietro di noi, il pick up e l’ammasso di roba per vivere, con il papà sdraiato e la mamma accanto che chiacchiera con lui.
Il penultimo ha indosso un costume rotto, tenuto insieme da un nodo.
Si buttano nell’acqua, i più grandi, gli altri a poco a poco, rabbrividendo e trattenendo il fiato tanto da fare uscire le ossa dal magro costato.
Sulla spiaggia, lentamente, avanza una comitiva di tedeschi, cinque o sei adulti, e due bambine.
Le bambine, bionde, fanno rotolare una ciambella blu, enorme, che corre spinta dal vento.
Il salvagente sfugge alle due e rotola, rotola, prima timidamente, poi sempre più veloce, fino all’acqua.
Lì, si sdraia, soddisfatto e, a poco a poco, si allontana.
I tedeschi corrono, una di loro si spoglia, neanche troppo velocemente, e si butta in acqua.
La lentezza dell’operazione, in rapporto alla velocità del vento che soffia la ciambella al largo, è evidente.
Quando la donna lascia la riva, la ciambella è un puntino blu tra i flutti.
I cinque zingari, che hanno seguito tutta l’operazione urlando e sbracciandosi, si rassegnano delusi, mentre il resto del gruppo non si muove.
Le due bambine sono mute e condividono lo sconforto con i nomadi coetanei.
Ma, quando sembra che la scena sia conclusa, dal largo arriva un gommone a motore, lanciato, che raggiunge la riva.
Sul gommone, un bel giovane con barba e occhiali a specchio e vicino a lui la ciambella.
Cavolo, l’ha recuperata.
I tedeschi guardano senza parlare, ma, soprattutto, senza ringraziare e, dopo qualche attimo di spaesamento, il giovane getta il salvagente a riva, si gira e se ne va.
Così fanno i tedeschi, e si capisce che ordinano alle bambine di fare altrettanto.
Forse, le stanno punendo, forse la ciambella ha finito di essere loro quando i cinque bambini scuri hanno incominciato a farle festa.
La prendono, si occupano di lei, cercano di consegnarla alla grande famiglia bionda, ma si accorgono che a loro non interessa più perché, senza rispondere, si allontanano.
Evviva, è tutta loro.
Diventa un gran giocare e se la godono fino a quando non si buca e, come pelle morta, rimane tra le cassette e le coperte del loro accampamento.
Che storia, la ciambella, stamattina era quieta, addormentata all’emporio e guarda dov’è finita.
Ma, soprattutto, chi l’avrebbe detto.
Il destino, a volte, è dato dal vento, a volte lo decide l’uomo.
Ma sempre, sempre, scorre veloce e tutto continua a cambiare.
C’era una volta una ciambella blu che si svegliò tutta sgonfia e sola in mezzo ad una pineta dopo un violento temporale che aveva fatto scappare tutti al riparo.
E un bimbo la raccolse per poterla aggiustare.

Condividi:
FacebookTwitterGoogle+

2 pensieri riguardo “La ciambella blu”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *