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Foto di Betty Lazzarotto

Le cose belle

Dobbiamo circondarci di cose belle, cercarle, desiderarle, volerle.
Dobbiamo abituare il pensiero a pensarle, l’occhio a vederle, il cuore a sentirle.
Non è così scontato riconoscerle, distinguerle, ma, soprattutto, sceglierle.
E’, invece, molto facile abituarsi al brutto, al mediocre, al tanto è lo stesso, fin da piccoli.
I bambini sono attratti dalle cose belle, ma, da soli, non ci arrivano. Sono gli adulti a poterle individuare per loro e a guidarli verso il positivo.
Ma, per farlo, occorre una montagna di fatica. Occorre fare, modificare, muovere, scartare, rinunciare, insistere, decidere. Occorre, in sostanza, assumersene la responsabilità, sentirlo come un dovere.
L’alternativa, il rimanere a guardare passivamente, l’accettare senza cambiare, è dietro l’angolo, sicuramente più comoda.
Cosa ce lo fa fare, allora, di fare questo sforzo, se non il non poterne fare a meno?
Deve diventare un automatismo, deve innescarsi un dispositivo che ci fa dire: “Si fa così, voglio così, faccio così”.
E’, come altre e innumerevoli cose, una questione educativa, fatta di azioni, prima condotte e guidate, poi autonome, interiorizzate, in coscienza.
Il risultato, però, è notevole.
Essere circondati da cose belle, fare cose belle, ricevere cose belle è portentoso.
Fa stare bene, cura, rivitalizza, rinnova, fa rinascere. Ogni giorno, ogni volta.
Pranzi, paesaggi, film, concerti, libri, tovaglie, quadri, canzoni, vestiti, parole, poesie, immagini, gesti, pensieri.
Tutte le risorse che abbiamo devono andare in quella direzione. Poche o tante che siano.
Investire ciò che si ha.
Guadagnare in salute, incassare in buonumore.
Come tutte le cose che vorremmo, mettiamo questa nei desideri e nelle speranze, ma, da oggi, poniamola, con un click, anche nel carrello delle volontà.

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