rabbia

La cattiva scuola

Com’è una scuola che nei primi giorni dell’anno, quando i bambini e i ragazzi sono emozionati, ma anche spaventati, non predispone la presenza di tutti gli insegnanti che servono e che li possano accogliere?

Cattiva.

Com’è una scuola che, pur sapendo, ogni anno, che l’anno dopo si ricomincia non organizza il quadro dei suoi dipendenti e, così, ogni volta, ogni volta, non è pronta?

Cattiva.

Com’è una scuola che nomina i dirigenti solo pochi giorni prima dell’inizio così che nessuno è preparato e, spesso, non conosce nemmeno dove è finito?

Cattiva.

Com’è una scuola che lascia soli alunni in condizione di grave disabilità perché non è riuscita a nominare gli insegnanti di sostegno?

Cattiva.

Com’è una scuola che obbliga insegnanti di sessant’anni a sedersi per terra con i bambini della prima infanzia, lasciando a casa giovani persone che non vedono l’ora di lavorare con loro?

Cattiva.

Com’è una scuola che mette in organico docenti senza esperienza o con poche ore di tirocinio alle spalle?

Cattiva.

Com’è una scuola che non ha soldi per il materiale, per gli strumenti e per la formazione?

Cattiva.

E, infine, com’è una scuola che pensa ancora che il suo orario finisca con il suono della campanella e non ingaggia gli insegnanti nella vita sociale ed educativa delle comunità, facendo riferimento solo alla buona volontà di qualcuno?

Cattiva.

Noi ci arrangiamo, ma almeno non chiamatela buona, perché ci fate proprio, ma proprio arrabbiare.

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