Chiara Genova

Per esempio

Sì, era proprio dentro di me che dovevo cercare.
Lo stallo del lockdown e la tensione per la graduale, ma difficile ripresa mi avevano stordito.
Tanto da non avere più forze per fare niente.
Ma non è strano, è naturale.
Quello che ci è accaduto non ha precedenti e abbiamo bisogno di rimetterci insieme.
La possibilità, che ci siamo augurati, di ricominciare in maniera nuova rende tutto ancora più complesso.
Questo nuovo non sappiamo cos’è, non riusciamo a prefigurarlo, non lo conosciamo e non possiamo fare altro che scoprirlo passo dopo passo.
La difficoltà sta nel fatto che questa modalità nuova non ha a che vedere con il fare, ma con l’essere.
Per questo è difficile e per questo la chiave per ri-uscire è dentro e non fuori.
Forse, la strada non passa dal cercare la strada, ma dal camminare stesso.
Non possiamo fare altro che camminare, un chilometro alla volta, come ha detto Chiara Genova che è partita per un lungo cammino che attraverserà l’Italia.
Millequattrocento chilometri e lei, a chi le ha chiesto come farà, ha risposto: “Uno alla volta”.
Sembra semplice, ma è la soluzione.
Il suo arrivo è previsto per il 13 agosto, a Monte Sant’Angelo, in Puglia, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno.
Chiara ha detto: ““Abbiamo due emisferi, uno razionale e improntato alla logica e uno che invece viaggia sull’emotività. Ecco, dopo la quarantena ritengo che sia importante riattivare la parte che ha un impatto simbolico sulla nostra vita e che ci dice che possiamo realizzare quello che la nostra anima ci chiede”.
Questo è il suo programma, camminare e cercare ciò che la sua anima le chiede.
Chiara, nel passato, è stata nostra collega nei progetti educativi che seguivamo a Lecco, poi le strade si sono divise.
Quando ho saputo del suo viaggio l’ho invidiata pensando “Lei può”, ma sbagliavo.
“Lei vuole” e “Lei fa”.
Ed è un esempio.
La pandemia e i lutti che ho vissuto negli ultimi tre anni mi hanno fatto provare e sentire di persona, prima ancora che pensare, la finitudine, il fatto che le possibilità non sono infinite, come nell’età giovane siamo portati a pensare.
E, dopo una lunga malinconia, mi sta tornando quella che potrei chiamare gioia di vivere, che non è la felicità, ma il sentimento positivo relativo alla vita, anche se è previsto che finisca.
Un chilometro alla volta, un giorno alla volta, è vita, fino a che finisce.
Possiamo progettare azioni che ci fanno bene anche se sono faticose. Fino a che c’è vita.
Ma dobbiamo farlo a nostra misura, a misura della nostra anima.
Non so quali sono le mie, non lo so proprio. Mi capita di riuscire di più a mettere a fuoco quali NON SONO le mie e questo, per ora, mi basta.

Cammino, mi riposo, cammino, mi riposo, cammino.

Come lei lungo il sentiero.
Buon viaggio Chiara, e grazie.

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